... dov'erano oggi? Non sono mai stato un islamofobo, mi ritengo piuttosto un ateo a tutto tondo, quindi tutte le religioni per me pari sono: nulla! Negli anni però, avendo avuto idee contro la "Guerra Santa" di George W. Bush, contro la criminale politica di Israele verso i Palestinesi, contro il razzismo e la xenofobia delle posizione leghiste verso gli extra-comunitari, io, come altri, sono stato tacciato di "contiguità con il terrorismo", di "calare le braghe verso gli islamici", insomma di essere un cretino e imbecille per non aver capito che l'occidente, la "nostra civiltà" (civiltà?) era in grave pericolo per la continua islamizzazione (?) della nostra società, dovuta al flusso dei immigrati in Italia. Con questi temi la Lega ha aumentato i suoi voti, viene vista come un fenomeno moderno di questo paese, poi.... Poi arriva un dittatore, islamico, in visita nel nostro paese, convoca trecento ragazze e gli tiene una lezione sul Corano, dichiarando che "Tutta l'Europa si deve convertire all'Islam!" , e nessuno, dico nessuno di questi ha niente da dire! Non dice niente Calderoli, non dice niente la Santanchè, la grande paladina delle donne mussulmane, insomma nessuno ha un CAZZO da dire!!!!!! Tutto solo perchè, come ha detto Scaroni, presidente dell'ENI, la Libia è "La luce delle mie pupille!" visti i tanti interessi che abbiamo lì dopo il patto di amicizia, interessi FORTI e STRETTAMENTE PERSONALI da parte di Berlusconi (che possiede anche, abbiamo scoperto da poco, il simbolo della Lega!), e quindi a questo punto chi se ne fotte dell'Islam! Lui evidentemente può, quattro tunisini che si trovano, dopo il lavoro in fabbrica, in moschea a pregare, NO! CHIARO? Anzi loro li dobbiamo mandare fuori dalle palle!!!! Questa è l'ennesima dimostrazione della continua presa per il culo che dobbiamo subire, da 150 anni, da tutti in questo paese.... MA NON CI VOGLIAMO SVEGLIARE!!!!!!
P.S.: se in quel bar di Roma a chiedere un cappuccino fosse entrato un venditore ambulante marocchino, cosa sarebbe successo?
ROMA - «L'Islam dovrebbe diventare la religione di tutta l'Europa». Così il leader libico Muammar Gheddafi ha apostrofato domenica pomeriggio a Roma le quasi 500 ragazze
convocate per una lezione sul Corano. Il leader libico, giunto in mattinata nella capitale per celebrare il secondo anniversario della firma del Trattato di amicizia fra Italia e Libia, ha distribuito copie del Corano a 487 ragazze (c'erano anche 47 ragazzi, ma per loro non c'è stato tempo), che ha incontrato divise in due scaglioni. Tre ragazze, due italiane e una spagnola, si sono presentate con il velo perché si sono convertite all'Islam: una decisione che Gheddafi ha suggellato con un «rito veloce», una piccola cerimonia di iniziazione. Le tre convertite sono uscite, tra le ultime, tutte insieme, senza rilasciare alcuna dichiarazione. Tutte indossavano il tradizionale chador islamico, dal quale però uscivano i capelli. Dopo qualche minuto, è uscita anche una quarta ragazza, anch'essa con un velo musulmano completamente nero. Secondo alcune delle hostess presenti all'incontro, tuttavia, quest'ultima non si sarebbe convertita in vista dell'arrivo di Gheddafi, ma aveva abbracciato già da tempo la religione islamica. Gheddafi ha collegato l'ipotesi di un'Europa islamica all'ingresso della Turchia nell'Unione europea, e ha parlato di Maometto, «ultimo profeta», mentre Gesù sarebbe il penultimo. Le ragazze gli hanno potuto fare alcune domande: vietate però quelle politiche o «scomode» (leggi il resoconto della giornata nel racconto di un'«infiltrata» tra le hostess).
«CI HANNO CHIESTO 500 PERSONE» - Spiega Alessandro Londero, presidente di Hostessweb, l'agenzia di casting che ha reclutato i partecipanti all'incontro: «La richiesta dei libici era stata di circa 500 persone, ma probabilmente se ne aspettavano di meno, perché la sala prevista per l'incontro non le conteneva tutte». «Ecco perché - ha aggiunto - abbiamo dovuto fare due sessioni, e nonostante questo un'ottantina di ragazze sono rimaste fuori». Inoltre, il colonnello avrebbe dovuto impartire una terza lezione di Corano esclusivamente agli ospiti uomini, ma «abbiamo fatto tardi e non ce n'è stato il tempo. Lui poi ha detto: sono stanco, e abbiamo finito». Il responsabile dell'agenzia ha inoltre precisato che per le ragazze era previsto un «rimborso spese» di 100 euro per chi veniva dal Lazio, e 150 euro per chi veniva da un'altra regione e che il pagamento sarebbe avvenuto solo dopo l'evento. Lunedì è in programma un nuovo incontro con altre hostess, ma «come sempre - ha detto Londero - sapremo tutto all'ultimo minuto».
LE HOSTESS CACCIATE - Non tutte le ragazze presenti hanno superato la selezione del personale libico. Due di loro, che uscivano arrabbiate e deluse, non hanno voluto spiegarne il motivo, giustificandosi con un «noi non siamo nessuno». E alla domanda se fosse stata una «brutta esperienza», hanno risposto: «Lasciamo perdere». Le due ragazze hanno lasciato rapidamente l'edificio coprendosi il volto dalle telecamere con il passaporto. La tensione nel gruppo era già emersa prima dell'ingresso in accademia, quando alcune hostess e un coordinatore avevano avuto un acceso diverbio. «Non siamo retribuite» avrebbe poi detto una ragazza ai giornali. La volta scorsa, invece, ad ognuna delle partecipanti all'incontro era stato riconosciuto un «gettone» di 50 euro. «Mettete nei guai le ragazze - ha detto ai cronisti uno dei responsabili dell'agenzia, che teneva d'occhio le giovani che parlavano ai giornalisti - perché chi rilascia dichiarazioni non verrà pagata».
BINDI: UMILIATE DONNE ITALIANE - «Berlusconi finisce per rendersi complice non solo della sorte dei tanti disperati ricacciati nel deserto libico ma di una nuova umiliante violazione della dignità delle donne italiane», afferma la vicepresidente della Camera Rosy Bindi. «Solo nell'Italietta berlusconiana che si compiace di barzellette e battute misogine - afferma - e che ha incoraggiato una nuova forma di mercificazione del corpo della donna è possibile assistere alla celebrazione così imbarazzante e subalterna di un personaggio come Gheddafi. Purtroppo non c'è da stupirsi - aggiunge Bindi - per lo spettacolo offerto agli italiani con l'avallo del nostro governo. Invece di chiedere ragione delle condizioni di vita di migliaia di migranti, il governo Berlusconi si presta ad offrire un palcoscenico a chi per fare la sua propaganda pretende di circondarsi di belle ragazze».
STORACE: SHOW INTOLLERABILE - «Qualcuno ricordi a Gheddafi che l'Europa è cristiana. Gli show sulla fede sono intollerabili». È quanto dichiara Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra.
LE POLEMICHE - «La richiesta di Gheddafi di avere centinaia di avvenenti ragazze ad attenderlo al suo arrivo in Italia suona tanto come istigazione alla prostituzione», tuona il senatore dell'Italia dei Valori Stefano Pedica, per il quale «a Gheddafi non è bastato fare spregio dei diritti umani deportando i profughi nei lager costruiti nel deserto, ignorare la responsabilità gravissima di aver appoggiato il terrorismo internazionale e prendere in giro gli italiani rimpatriati dalla Libia che non ha ancora indennizzato: ora ha voluto anche ricostruirsi il suo harem con hostess italiane, reclutate per avvenenza e disponibilità. E chi meglio poteva assecondarlo nei suoi desideri se non il satrapo Silvio Berlusconi? È un'offesa alle donne che in Italia hanno conquistato parità e diritti con fatica». il senatore della Lega Piergiorgio Stiffoni, sentendo parlare di Europa islamizzata, commenta: «Dopo Boumedienne, allora presidente algerino, nel 1974 quando all'Onu disse che sarebbe stato «il ventre delle loro donne a dare loro la vittoria» nella sopraffazione dell'occidente, ora Gheddafi si contorna di una platea femminile per mandare i suoi messaggi. L'Islam non viene in pace ma per conquistarci». «Il circo mediatico organizzato per accogliere il dittatore Gheddafi serve a coprire le scomode verità che si nascondono dietro il Trattato Italia-Libia», dice Mario Staderini, segretario di Radicali italiani.
L'ARRIVO CON LE AMAZZONI - Gheddafi era arrivato a Ciampino alle 13.30, dopo un doppio cambio di programma. Sempre imprevedibile, Gheddafi - che indossava la tradizionale jeard libi e che è sceso dalla scaletta del velivolo scortato da due delle donne che compongono la sua scorta personale - è stato accolto dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, e dall'ambasciatore libico in Italia, Abdulhafed Gaddur. Dopo i saluti da cerimoniale, per il leader libico sono previste oltre 24 ore di appuntamenti privati: fino cioè alle 17 di lunedì, quando si terrà il primo appuntamento ufficiale della visita, il convegno all’Accademia libica su «I rapporti fra Libia e Italia», seguito da una mostra fotografica sulla storia del paese nordafricano. Al seguito del rais ci sono 30 cavalli arabi con altrettanti cavalieri: lunedì sera, alle 21, si esibiranno nel corso delle celebrazioni previste alla caserma Salvo D’Acquisto, alla presenza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Gheddafi ha trovato già montata nei giardini dell'ambasciata di Libia a Roma la grande tenda beduina che sempre lo accompagna nei viaggi all'estero e che è giunta sabato nella capitale.
IL FUORI PROGRAMMA IN CENTRO - In serata l'ennesimo fuori programma: Gheddafi è uscito dalla residenza dell'ambasciatore libico per fare un giro nel centro della città. Lo stuolo di macchine al seguito della limousine bianca si è diretto a Campo dè Fiori, dove il leader libico si è seduto al tavolino del bar Obika: davanti al locale si è subito formato in capannello di gente e di telecamere, con il colonnello che, sorridente, ha salutato a più riprese la folla. Le decine di macchine della scorta hanno causato più di qualche grattacapo ai responsabili della sicurezza. Poi il colonnello, contornato da una decina di guardie del corpo, si è diretto passeggiando verso piazza Navona, dove si è anche fermato a chiacchierare con alcuni ambulanti arabi a una bancarella, chiedendo loro come si trovano in Italia. Finito il colloquio, uno dei consiglieri del leader libico, dietro indicazione di Gheddafi, ha comprato per 300 euro in contanti un’abbondante manciata degli anelli venduti dagli ambulanti. Dopo avere attraversato a piedi Piazza Navona - circondato dalle guardie del corpo e da una folla di curiosi - Gheddafi si è fermato per un ultimo drink al ristorante «Il Passetto» in piazza di Santa Apollinare. Accomodatosi in un tavolo all'esterno, Gheddafi è stato accolto dai gestori del ristorante che gli hanno offerto un'aranciata, sempre sotto i riflettori delle telecamere e dei numerosi flash dei fotografi. Dopo pochi minuti Gheddafi ha lasciato il tavolo del ristorante per rientrare nella residenza dell'ambasciatore libico sulla Cassia.